Älteren Opernfreunden wird der Name des italienischen Tenors Umberto Borsò noch geläufig sein – er starb im November 2018 und ist auf älteren Aufnahme noch repräsentiert. Nachstehend eine Zusammenfassung seiner Karriere, wie sie sich bei der italienische Wikipedia findet. Restiamo in Italiano così.
Umberto Borsò (La Spezia, 3 aprile 1923 – Roma, 26 novembre 2018) è stato un tenore italiano. Nato da genitori di origine pisana, nella città di La Spezia, dove il padre lavorava come fonditore, all’età di 3 anni si trasferì con la famiglia a Castelfiorentino. Imparò a fare le prime emissioni della voce facendo il chierichetto e seguendo i canti religiosi. Dopo la morte del padre si trasferisce a Pisa all’età di 14 anni. Quarto di 7 figli, comincia a lavorare alla Piaggio, prima come fattorino, mentre frequenta la scuola serale fino all’esame di ragioniere, titolo che gli permette di salire la scala professionale.
Alla fine della guerra, occupandosi di politica come rappresentante degli impiegati nella Commissione Sindacale, viene licenziato, ma la perdita del lavoro gli apre la strada della carriera. Dopo aver ripreso i suoi studi di canto presso Vera Amerighi Rutili, soprano drammatico, partecipa nel 1951 ad un concorso di canto a Genova esibendosi in tre romanze: “O tu che in seno agli angeli”, “Celeste Aida” e “Di quella pira” che esegue poi nell’audizione al Teatro dell’Opera di Roma alla presenza del Direttore Artistico Guido Sampaoli e del Direttore e fondatore del Concorso Teatro lirico sperimentale di Spoleto, Avv. Adriano Belli, che lo dichiarano vincitore nel 1952. Debutta quindi a Spoleto il 3 settembre del 1952 con La forza del destino di Giuseppe Verdi insieme a Gabriella Tucci (dopo che Beniamino Gigli aveva cantato la prima), e partecipa alla tournée in Svizzera e Germania con la Compagnia del Teatro dell’Opera come sostituto di Lauri Volpi.
«Il firmamento lirico nazionale si e arricchito di un nuovo astro, che risponde al nome di Umberto Borsò, pisano non ancora trentenne, che sta vincendo un’ardua prova.» Così scrive di lui nella pagina Artisti Lirici Silvio Serfogli (La Nazione – 10 settembre 1952). Segue il debutto con Manon Lescaut di Giacomo Puccini a Torino (18 settembre 1953), poi con Tosca al Gran Teatro La Fenice di Venezia con Maria Caniglia e Tito Gobbi. Nel 1953 e 1954 si esibisce nel ruolo di aio nella prima assoluta di Medea di Pietro Canonica diretto da Ottavio Ziino con Maria Pedrini al Teatro dell’Opera di Roma il 12 maggio 1953 ed al Teatro Massimo di Palermo. L’esordio decisivo è l’8 maggio del 1956 quando sostituisce Mario Del Monaco in Andrea Chénier con Renata Tebaldi.
La stampa riporta: Non sapremmo pensare un canto migliore, specialmente nella chiusa della “Mamma morta” che le ha procurato battimani, fiori e un bis..[…] Successo pieno, con oltre quaranta chiamate.(Il Messaggero – 19 maggio 1956)
Una serata importante, che segnerà la sua affermazione internazionale: la coppia Borsò – Tebaldi ripeterà l’Andrea Chénier varie volte anche in America (Miami 1961), e si esibisce in Manon Lescaut(Barcellona 1959), in Adriana Lecouvreur (L’Havana 1959) e Aida.
L’Aida con Renata Tebaldi al Liceu di Barcellona (dicembre 1956) ebbe risvolti nella storia della lirica: in teatro un giovane rimase impressionato dall’interpretazione della coppia Borsò – Tebaldi, e capì che un giorno avrebbe calcato il palcoscenico. Quel giovane era José Carreras.
Oltre che nei principali teatri italiani, riscontra un successo immediato in vari teatri degli Stati Uniti USA (Boston, Filadelfia, Hartford, Miami, New Orleans, Pittsburg) debuttando al Metropolitan con La Gioconda il 16 aprile del 1962. Le esibizioni in Sudamerica lo portano dal Mexico (Mexico City, Monterrey, Guadalajara), in Cile ove culminano nella rappresentazione di Otello a Santiago nel 1969 con Ramón Vinay nel ruolo di Jago.
In Europa è per vari anni il tenore più richiesto dal Gaiety di Dublino, e canta a Londra (Covent Garden), in vari teatri in Germania (Augsburg, Amburgo, Mannheim, Colonia), a Vienna, al Liceu di Barcellona, a Malaga e Valencia. In Australia riscuote i maggiori successi concessi a cantanti europei (Sydney, Melbourne, Canberra negli anni 1955, 1970, 1972), attestati dal critico australiano John Cargher. Oltre che in Giappone (Tokyo e Kyoto) e al Bolshoi di Mosca si esibisce fino agli anni 1980 nei maggiori teatri della ex Jugoslavia. Il compositore Stjepan Šulek scrive Oluja (La Tempesta) per Borsò che la inaugura cantando in croato a Zagabria nel novembre del 1969.
Il tardo esordio al Teatro alla Scala di Milano (marzo 1963 con Il trovatore) ed al Comunale di Firenze (come Mario in Tosca, con Magda Olivero e Ettore Bastianini, gennaio 1965) è il segnale di una “strada in salita” che caratterizza il difficile rapporto dell’artista con l’establishment dell’Opera lirica italiana nonostante la luminosa carriera intrapresa dal tenore nei maggiori teatri d’Italia e del mondo. Basti ricordare che proprio a Firenze il successo è tale che il pubblico pretende il bis di Lucevan le stelle, contro il veto dei bis imposto dalle regole del teatro. L’ultimo era stato concesso nel 1948 da Beniamino Gigli.
È stato nominato uno dei più notevoli interpreti di Otello, nel quale ha debuttato a fiume il 6 novembre 1954, esibendosi in seguito in 39 recite a Fermo, Malaga, Adria, Asti, Santiago del Cile (settembre 1969) e in Australia (Sydney, Melbourne, Adelaide, Canberra).
Ha cantato insieme ai più grandi interpreti (Renata Tebaldi, Magda Olivero, Maria Caniglia, Marcella Pobbe, Gertrude Grob-Prandl (Turandot), Montserrat Caballé, Birgit Nilsson, Tito Gobbi, Giangiacomo Guelfi (Aida, Fenice di Venezia), sotto la direzione di dirigenti come Napoleone Annovazzi, Arturo Basile, Oliviero De Fabritiis, Gianandrea Gavazzeni, Franco Patané, Tullio Serafin, e con registi come Luchino Visconti (Trovatore, 25.9.1963, Mosca). Ha cantato 153 rappresentazioni di Aida, 135 di Il Trovatore, 78 di Andrea Chénier, 66 di Tosca, 44 di La Forza del Destino, 39 di Otello. Quelle: Wikipedia Italien